Il sistema monetario bizantino. Osservazioni generali
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„Dollaro del Medioevo“ questo soprannome rende bene il prestigio internazionale e la fiducia che la moneta aurea dell‘ impero bizantino (chiamata in latino solidus e in greco nomisma) godette, ben oltre i confini dello stato, dall’ Europa settentrionale fino all’ India. Alla base di tale fama veramente internazionale è senza dubbio una percentuale d’oro del 90 per cento che si mantenne costante per secoli . I motivi iconografici delle monete sono in fondo pochi e si ripetono costantemente: l’imperatore in carica in apparato da cerimonia , a volte affiancato dai figli e coreggenti, un busto di Cristo o una croce elevata oppure, nei secoli V e VI, un angelo, successore della dea Vittoria dell’era pagana . Il peso contava circa 4,5 gr(ammi) d´oro, vale a dire la settantaduesima parte di una libbra romana a 325- 327 gr. Poiché il valore di un unico solidus corrispondeva all´incirca all´intero salario mensile di un semplice lavoratore , esso era troppo elevato rispetto ai prezzi delle merci di uso quotidiano. Nel commercio minuto si usavano quindi monete di rame, le quali costituivano il secondo pilastro dell´economia monetaria bizantina. Le monete d´oro invece venivano adoperate per importi elevati, ad esempio per il pagamento delle tasse. La relazione fra questi due tipi di monete era regolato dallo stato il quale stabiliva quanti pezzi in rame fossero necessari per cambiare un solidus dai cambiavalute.
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